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n° 15
gennaio 2011

prima pagina n 15

editoriale

politica del fare ed agire politico

segnali di
accelerazione

patrie senza stato e meta-stato

Micco Spadaro, cronista di “grazie”

“la peste”
racconta la peste

 

 

 

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“la peste”
racconta la peste

di Maria Russo

“La Peste” racconta la peste che colpisce una terra svilita dall’intreccio malato tra camorra, politica e società civile.
“In una terra dove la democrazia viene ridotta a brandelli gli anticorpi mancano, la democrazia è destinata a morire e la peste diventa inarrestabile.”
Il racconto è quello di Tommaso Sodano, un uomo di sinistra che vive il suo ruolo politico come una missione, come un continuo lavoro di inchiesta teso a smascherare gli interessi, le logiche, il degrado morale e culturale che si nascondono dietro lo scandalo della gestione rifiuti in Campania.
A questo racconto sottende la grande esperienza di partecipazione delle popolazioni locali che hanno lottato, che si sono opposti allo scempio che si prefigurava sul proprio territorio.
Un territorio che ha unito innumerevoli storie personali in un’unica esperienza, vissuta fianco a fianco, dai figli della stessa terra.
Ebbene la nostra regione, le nostre città, le nostre province, il nostro Stato vivono un dramma in fondo al quale ancora non si intravede la parola fine, dove è proprio la democrazia fortemente in pericolo perché continuamente calpestata, annichilita dalla cattiva gestione di una classe dirigente formatasi all’insegna dell’individualismo, dell’interesse personale e abbandonata dall’incapacità della gente di indignarsi.
Il disamore verso la propria terra non corrisponde a un disamore verso se stessi, anzi molto spesso si tratta di individui egocentrici e megalomani che continuamente calpestano la dignità delle persone, speculando sulla loro pelle pur di lambire i vertici del potere, pur di accrescere i propri capitali economici facendo dell’emergenza l’appannaggio dei propri interessi.
Questi gli individui che popolano il lavoro di ricerca nei meandri delle inchieste giudiziarie del libro di Sodano, che è possibile incontrare per strada perché ancora a piede libero, che continuamente affollano i salotti televisivi, arrivando così nelle nostre case a chiedere l’assoluzione per qualcosa che sostengono di non aver fatto.
A un certo punto il dubbio che questa gente non c’entri niente nasce e si diffonde tra la gente che rimanda a entità ignote la responsabilità del morbo che attacca la nostra terra e le nostre linfe vitali.
E alla fine rimane la malattia ma nessun responsabile e la Provvidenza l’unica luce.
“La Peste” con una sincerità disarmante fa i nomi e i cognomi degli untori, quelli veri, spiega che la “munnezza” è un affare, che bruciare i rifiuti è uno scellerato piano di accumulazione capitalistica in barba a qualsiasi tutela per l’ambiente e per la salute dei cittadini.
Dopo aver letto “la Peste” non si può far finta di niente a meno che non si ammetta di essere ciechi.

Tommaso Sodano con Nello Trocchia - La Peste - Rizzoli

 

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